I Giganti
I due colossi di cartapesta vestiti di stoffe variopinte che allietano grandi e piccoli durante le feste patronali della Città, vogliono rappresentare i progenitori del popolo calabrese, un popolo forte, fiero, generoso ed orgoglioso delle sue tradizioni e della sua secolare storia riccamente cosparsa di un glorioso passato sempre in lotta per la conquista della libertà. Chiamati Grifone il Gigante nero che raffigura un truce Saraceno e, nelle sembianze di una bella e prosperosa popolana, Mata, la sua preda, rappresentano e ricordano allegoricamente la conquista della libertà del popolo calabrese dai Saraceni e Turchi che per secoli hanno devastato la Calabria apportando ovunque rovine e lutti. La più attendibile storia sulla loro nascita è dovuta a Riccardo I d’Inghilterra più noto come Riccardo Cuor di Leone, che giunto a Messina nel 1190 per dimostrare la sua potenza ai Greci Bizantini che opprimevano la Città, costruì un castello che i Messinesi elessero come simbolo di liberà chiamandolo Matagriffon da Macta (ammazza) e Grifon (ladro). per poi portarli nella piazza dando loro le sembianze dei mitici fondatori di Messina: Saturno Egizio o Zanche e Rea o Cibele. Più tardi venne accostato un finto cammello per ricordare la scacciata dei Saraceni dal Conte Ruggero il Normano avvenuta nel 1060. Questa pregevole opera di grande valore artistico del XVII secolo è custodita e venerata nella più antica chiesa della città che fu costruita intorno al 1500 con le elemosine dei palmesi da padre Antonio, Minore Osservante in quel tempo officiante a Polistena. Fu chiamata in origine dell’Annunziata, poi Chiesa dei Monaci per la presenza di un gran numero di questi religiosi e solo da alcuni decenni indicata come la chiesa del Crocefisso. Ancora non si conosce il nome del suo creatore, ma è tradizione che sia stato un monaco e, per alcuni particolari, si può supporre possa essere Frate Umile da Petralia Soprana. Guardando il Crocefisso da sinistra il volto appare sofferente, da destra agonizzante e davanti morto.